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Aggredì l'arcivescovo, ora scrive al Papa

Elso Baschini, condannato per la sparatoria in Curia, in una lettera a Francesco denuncia condizioni carcerarie "disumane" e proclama la sua innocenza

Il 4 novembre 2011 fece irruzione, pistola alla mano, all'interno del cortile dell'Arcivescovado, puntando l'arma contro l'allora arcivescovo (ora cardinale) Giuseppe Betori e ferendo gravemente il suo aiutante don Paolo Brogi, con un colpo di rivoltella all'addome.A oltre tre anni di distanza l'autore di quel gesto, Elso Baschini,  76 anni, dal carcere fiorentino di Sollicciano dove sta scontando la condanna a 12 anni e 6 mesi emessa in primo grado, ha deciso di prendere preso carta e penna per rivolgersi a Papa Francesco. La missiva, forse non a caso, arriva a pochi giorni dall'apertura del processo di appello, il 10 febbraio prossimo. 

"Legga per piacere l'urlo di 'giustizia' che le arriva dall'ultimo della Terra" scrive Baschini al vescovo di Roma, come si legge dagli stralci pubblicati oggi dal quotidiano La Nazione. Nella lettera Baschini definisce "disumano" il carcere di Sollicciano, che parla di "centinaia" di "risse tra bande, accoltellamenti sotto le docce o autolesionismi", e denuncia di aver avuto lui stesso due costole rotte per un'aggressione. E ancora: "Niente ora d'aria, niente cinema - scrive - niente campo sportivo, niente scuola, niente visita medica, niente chiesa". Nella lettera anche il dramma del sovraffollamento carcerario: "Noi detenuti - segnala ancora Bschini, che ha scritto oltre al Papa anche allo stesso Betori, al premier Renzi e a Silvio Berlusconi - siamo ristretti in tre in celle singole e in sei in quelle da tre persone".