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A Firenze la Fondazione nazionale per la transizione ecologica

Prevista dalla legge di Bilancio 2020 come realtà di rilievo nazionale per la transizione ecologica dei centri urbani dopo la pandemia e la ricerca

Foto da Google Maps

Avrà sede a Firenze, nel complesso di San Donato a Novoli la Fondazione per il futuro delle città, presieduta dall’architetto Stefano Boeri e con la direzione scientifica del professor Stefano Mancuso, prevista dalla legge di Bilancio del 2020 come realtà di rilievo nazionale con la missione di studiare la transizione ecologica dei centri urbani dopo la pandemia e di promuovere il progresso della ricerca e dell’alta formazione basata su soluzioni prevalentemente vegetali.

 La Fondazione avrà sede in una porzione del complesso che sarà a breve presa in consegna dal Comune di Firenze come previsto dalla convenzione urbanistica stipulata nel 2014 con la società Immobiliare Novoli. L’area, divisa in due piani per complessivi 2050 metri quadrati, sarà divisa tra la Fondazione al secondo piano e attività per il quartiere.

“Firenze - sottolinea il sindaco Dario Nardella insieme all’assessore all’ambiente Andrea Giorgio - è in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici perché sono e saranno sempre più le città le protagoniste, causa e soluzione al tempo stesso. Le città europee infatti sono da tempo al centro di tali sconvolgimenti e di questa sfida planetaria, poiché producono l’ottanta per cento di CO2 e di rifiuti globali e consumano l’ottanta per cento di energia. Non basta firmare trattati internazionali sull’ambiente e sull’inquinamento o darsi obiettivi ambiziosi a livello globale per cambiare il mondo. Per cambiare le cose bisogna mettere in pratica quei propositi nelle città”.

“La Fondazione - dichiara Stefano Mancuso - studierà nuove soluzioni per aumentare la sostenibilità delle nostre città. Il riscaldamento globale, infatti, con la sua corte di disastri rappresenta il principale problema che l’umanità abbia mai avuto nel corso della sua storia. I suoi effetti, pur essendo di carattere generale, si manifestano con maggiore forza sulle porzioni più fragili e deboli della popolazione. Trovare soluzioni possibili per contrastare questa calamità è il compito della Fondazione. Il fatto che Firenze sia stata scelta come sua sede è un riconoscimento alla qualità della sua ricerca e all’attività della città in questo campo”.