Un'altra giornata di sciopero per Ataf

Braccia incrociate lunedì 25 maggio per i lavoratori dell'azienda fiorentina del trasporto pubblico su gomma, partirà alle nove di mattina

FIRENZE — "No alla fine di Ataf", questo lo slogan lanciato dalle rappresentanze sindacali unitarie verso lo sciopero del 25 maggio che andrà avanti per tutto il giorno con fasce garantite. "Un altro passo verso la parola fine per storica azienda di trasporti fiorentina" è questo lo scenario che si aprirà secondo le Rsu aziendali dopo che Ataf non è tra le società che parteciperanno alla gara regionale per il trasporto pubblico su gomma.

I sindacati quindi chiedono chiarezza all'azienda: “Ataf Gestioni Srl ha ceduto le sue quote di Mobit, cioè la Scarl che parteciperà alla gara regionale, alle aziende proprietarie Busitalia e a Cap, rinunciando praticamente a partecipare alla gara”. I sindacati fanno anche ipotesi sul futuro di Ataf "la proprietà ha deciso di spacchettare a breve e di andare a gara solamente con le loro aziende principali, facendo così sparire Ataf" in quanto il “capitale sociale cala sempre più, il servizio è lasciato in condizioni difficili, in azienda la dirigenza non c'è mai e diversi sono i problemi che affliggono dipendenti e passeggeri”. l sindacati chiedono un rapido intervento del Comune di Firenze.

"Lo storico nome di Ataf - continuano le Rsu - è stao usato da Mazzoncini come il vestito buono da indossare per il giorno di festa ed adesso che la festa è finita il bel vestito non serve più a nessuno"

Secondo i sindacati i vertici di Busitalia volevano arrivare a questo, allo smantellamento aziendale, il giorno che hanno deciso di comprare Ataf: "non si compra un'azienda per fare del bene ma per fare profitto", spiegano, "e infatti a forza di tagli sulle corse e sul personale, mancati pagamenti ai fornitori, dall'essere una società con un deficit di 7 milioni di euro nel 2013, è prevista una chiusura nel 2015 con un utile di 2 milioni di euro".

"Ataf deve continuare ad esistere, il servizio offerto ai cittadini deve essere salvaguardato e il nostro lavoro non deve essere una schiavitù" quindi il 25 maggio è stato indetto lo sciopero di ventiquattro ore.

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