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Attualità venerdì 03 aprile 2015 ore 15:47

Partecipate, al via la rivoluzione

Il sindaco vuole che siano "poche ma buone": entro l'anno si passerà da 20 a 13 ex municipalizzate. Addio a Farmacie e Renai, benvenuta Firenze Smart



FIRENZE — Il piano è complesso ma può essere diviso in 4 macro categorie: le società che spariranno, quelle di cui verranno liquidate le partecipazioni da parte del comune, quelle che verranno accorpate e quelle strategiche che si spera di razionalizzare.

Cominciamo dal primo punto. Il Comune è deciso a smantellare la società dello Stato Libero dei Renai, anche perchè ha più amministratori 3, che dipendenti, 2. Palazzo Vecchio è in contatto con il sindaco di Signa, per liquidare le quote di maggioranza che il Comune e la Città metropolitana hanno insieme. 

Il Comune di Firenze è intenzionato poi a vendere le quote che possiede di Banca Etica, Fidi Toscana, Tram e Farmacie. Quest'ultima è la società che possiede gli immobili che ospita le 21 farmacie comunali. Il comune ha il 20% delle quote e l'idea è quella di creare una good company, proprietaria degli immobili da mettere sul mercato. In generale Farmacie ha riserve per 18 milioni di euro, in caso di vendita il Comune ne incasserebbe circa 4.

Dalla vendita di Tram, società che gestisce la linea 1 della tramvia, invece, palazzo Vecchio incasserebbe 1,9 milioni di euro più i 5 milioni con cui ha finanziato i soci all'inizio dell'avventura della costruzione della metropolitana di superficie. 

Per quanto riguarda invece Linea comune, Silfi e Ataf spa, il piano presentato dal sindaco Dario Nardella e dall'assessore al bilancio con delega alle partecipate, Lorenzo Perra, prevede di raggrupparle tutte in un unica società interamente pubblica che si dovrebbe chiamare Firenze Smart, liquidando le quote che i privati hanno in Ataf attraverso la vendita di un immobile dietro piazza Leopoldo. Su questo percorso di fusione il Consiglio comunale sarà chiamato a deliberare entro l'estate.

L'ultimo capitolo riguarda Mukki: dopo Pasqua i soci verranno convocati per effettuale la valutazione della società il l'assemblea straordinaria sarà chiamata a decidere se cedere le quote dei soci pubblici o se fondersi con una realtà esterna.

Nel complesso il piano di riorganizzazione delle partecipate, che nel 2014 esclusa Fidi Toscana hanno chiuso i bilanci in pareggio o in attivo, potrebbe portare nelle casse comunali tra i 10 e i 15 milioni di euro, senza contare dei risparmi che arriveranno dall'azzeramento di alcuni cda. "In ogni caso - ha voluto precisare Dario Nardella - nessuno perderà il posto di lavoro".


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Servizio di Tommaso Tafi

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