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Attualità lunedì 22 agosto 2016 ore 09:59

I sindaci del mondo al Meeting dell'Amicizia

Nardella: "Dal 2017 incontro internazionale di sindaci al Meeting dell’Amicizia"La proposta lanciata durante l’incontro ‘Le città non possono morire’



FIRENZE — Un incontro internazionale di sindaci di tutto il mondo che si confrontino sui temi che stanno a cuore ai loro cittadini. Lo ha proposto, nell’ambito della prossima edizione del Meeting dell’Amicizia, il sindaco Dario Nardella che, a Rimini, ha partecipato all’incontro intitolato ‘Le città non possono morire’, con l’ambasciatore Staffan De Mistura, inviato speciale del segretario generale Onu per la Siria, Mustafa Abdi Moncef Ben Moussa, direttore del Museo del Bardo (Tunisia), Gultan Kisanak, sindaco di Diyarbakir (Turchia) e Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa-Linosa. Introduceva il costituzionalista Andrea Simoncini.

Nardella ha mostrato il video di ‘Unity in diversity’ svoltosi a Firenze lo scorso novembre e, annunciando la proposta del tavolo di lavoro permanente che si sviluppi ogni anno durante il Meeting, ha sottolineato che si tratterebbe di un salto di qualità culturale e politico sia del Meeting che della comunità internazionale dei sindaci.

"La vera bomba da temere è l’ignoranza - ha rilevato Ben Moussa - l’ignoranza della storia e del suo ruolo nella costruzione della personalità dell’uomo”. "La guerra contro il pericolo che minaccia l’umanità, l’estremismo – ha concluso Ben Moussa - non la stanno conducendo alcuni paesi, ma l’umanità intera; paradossalmente combatte con la speranza di difendere le città".

"È importante conoscerci e creare un futuro migliore per tutti noi - ha dichiarato la sindaca di Diyarbakir, città curda nell’interno della Turchia a pochi chilometri da un centro profughi che ospita un numero di persone pari al doppio di quelle che potrebbe ospitare l’Italia - sono qui da due giorni per questo. Le città di cui vi parlerò sono ancora in vita, sono qui presenti e si devono preparare per il futuro”. 

Sinjar, Kobane, Sirnak e Diyarbakir sono le quattro città a tema nell’intervento del sindaco curdo: "Gli yazidi curdi - ha proseguito - si trovano di fronte ad un vero genocidio, quello che hanno subito è stato un attacco contro tutte le persone, quello che hanno vissuto le loro donne è un attacco a tutte le donne. Noi abbiamo aperto le nostre porte agli yazidi, abbiamo cercato di trovare delle soluzioni, abbiamo creato un campo di accoglienza in un territorio che appartiene al nostro comune».
"A Kobane, trecentotrentamila persone sono fuggite - ha ricordato Kisanak - noi abbiamo deciso di aprire le nostre porte, di invitarle alla nostra tavola".


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