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Attualità lunedì 25 maggio 2020 ore 11:20

Strage Georgofili, in ricordo di Giovanna e Franco

Il presidente dell'Accademia, Massimo Vincenzini, ricorda la strage, sarà la prima ricorrenza senza Giovanna Maggiani Chelli e Franco Scaramuzzi



FIRENZE — Erano le 1 e 04 del 27 Maggio 1993 quando una autobomba imbottita di esplosivo uccide cinque persone nel cuore di Firenze: Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lei custode dell’Accademia dei Georgofili e lui ispettore dei vigili urbani, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi e lo studente universitario fuori sede di Sarzana, Dario Capolicchio. 

Nel 2020 segnato dall'epidemia di Covid il ricordo sarà più intimo ma non meno partecipato. Il presidente dell'Accademia dei Georgofili, Massimo Vincenzini racconta a QUInewsFirenze il significato della ricorrenza che per il primo anno non avrà due protagonisti storici dell'evento: il presidente onorario dell'Accademia dei Georgofili, Franco Scaramuzzi, morto il 6 Gennaio 2020 e Giovanna Maggiani Chelli presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage, deceduta il 20 Agosto 2019.

Che ricorrenza sarà quella del 2020?

"Stiamo attraversando un periodo particolarmente difficile ed ancor più lo è il ricordo della Strage che ci coglie per il primo anno senza la guida del professore Franco Scaramuzzi, tra i primi ad accorrere sotto la Torre dei Pulci a pochi minuti dal boato ed autore della rinascita dell'Accademia".

Scaramuzzi ha avuto un ruolo da testimone oculare prima ancora che istituzionale

"Il professore ha descritto l'attentato vissuto in prima persona. Lo ha fatto non rinunciando al Consiglio Accademico che si è tenuto a quattro giorni dalla Strage. In quell'occasione ha trasmesso a parole il fragore dell'esplosione, la distruzione e la tragedia umana fatta di mani che scavano tra le macerie alla ricerca dei corpi. Ancora non si sapeva nulla. Chi scavava tra la polvere non poteva avere idea di quante persone ci fossero lì sotto, ma il potere dell'esplosione era stato tale che si temeva solo il peggio".

Il presidente di una Accademia con secoli di storia quali emozioni vive in quel momento?

"Scaramuzzi è stato una guida esemplare perché è riuscito a tenere insieme il ricordo con lo sguardo al futuro. Non ha fatto mancare l'impegno verso la memoria ma al tempo stesso ha dato speranza guardando a quello che potevamo ancora fare. Come Accademia siamo passati dai Lorena ai giorni nostri vivendo molti cambiamenti storici, economici e sociali. La Strage ci ha colpiti profondamente uccidendo l'intera famiglia del custode ma la rapida ricostruzione ci ha fortificati".

Cosa ha significato quell'attentato?

"Nel 1993 io ero già a Firenze e ricordo bene quell'atmosfera. Il luogo, la scelta di colpire il cuore della Cultura, ha segnato per sempre la storia di Firenze e dei fiorentini. L'Accademia è inglobata nelle Gallerie degli Uffizi, un luogo simbolo nel mondo. Non poteva lasciare indifferenti, ha provocato la reazione e lo sdegno come accaduto per la lunga scia di sangue che ha segnato quegli anni, nel mese di Maggio in particolare tra il 1992 ed il 1993".

Perché è importante esserci anche quest'anno, anche a distanza?

"Nelle prossime ore pubvblicheremo sulle pagine virtuali dell'Accademia dei Georgofili alcuni documenti scritti da Franco Scaramuzzi, le foto dell'attentato e della ricostruzione oltre agli acquerelli del maestro Guarnieri perché le parole e le immagini parlino ancora al cuore ed alla testa delle persone. Non c'è cosa più brutta dell'ignoranza intesa nel suo significato primo, il disinteresse e la superficialità uccidono l'uomo. La memoria ci occorre per poter guardare avanti": 


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