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Attualità giovedì 04 agosto 2016 ore 10:45

Il paesaggio di Leonardo fa ritorno a Vinci

La prima opera datata del grande artista torna per la prima volta nella città d'origine del maestro a cinque secoli dalla scomparsa del genio



FIRENZE — Sarà proprio il 500mo anniversario della morte di Leonardo l'occasione per il rientro dell'opera a Vinci. Si tratta di uno dei disegni più famosi di Leonardo datato 5 agosto 1473.

Il 'Paesaggio' sarà esposto per cinque settimane a Vinci a partire dal 5 agosto 2019. Il suo ritorno è stato concordato dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, la curatrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, Marzia Faietti, la direttrice del Museo Leonardiano e della biblioteca Leonardiana di Vinci, Roberta Barsanti, e l’assessore alla Cultura del Comune di Vinci, Paolo Santini.

“Il famoso Paesaggio degli Uffizi – ha detto Schmidt – può considerarsi tra i primi paesaggi autonomi nel disegno occidentale, e costituisce la più precoce testimonianza grafica dell’artista. Con la data vergata in alto a sinistra, il prezioso foglio dichiara la sua appartenenza a una nuova stagione di Leonardo, da poco iscritto alla compagnia dei pittori di Firenze, la Compagnia di San Luca: siamo agli inizi di una maturazione professionale che avrebbe coinciso più o meno con l’avvento di una nuova età dell’oro per la fioritura delle arti a Firenze, preannunciata nel 1469 dalla successione di Lorenzo de’ Medici a Piero di Cosimo".

“Nel 'Paesaggio' – ha aggiunto Marzia Faietti, Curatrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi – Leonardo adottò un tracciato assai diversificato per conseguire una trascrizione insieme naturalistica e astratta del dato di natura. Nel disegnare le forme naturali, l’artista non si lasciò infatti sedurre dalle attrattive di una diligente perizia mimetica; viceversa, abbandonandosi al ritmo fluente della penna, evocò liberamente forme vedute dal vivo, rivisitandole a distanza e a memoria. Tale processo mnemonico si accompagnava al desiderio di richiamare le sensazioni provate a contatto con il paesaggio naturale, colto nell’attimo fugace di un momento della giornata. L’inedito tracciato lineare doveva infatti costruire le immagini della natura ricercando analogie sul piano formale e suscitando particolari percezioni visive e sensoriali”.

“Per Vinci e per il suo territorio sarà un evento epocale - afferma Paolo Santini. Aggiunge Roberta Barsanti - Nessun’altra opera è così simbolica del legame di Leonardo con Vinci e i luoghi circostanti”.


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