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Attualità venerdì 30 ottobre 2020 ore 18:20

Resistenza delle Case del Popolo in tempo di Covid

Il presidente del Circolo San Niccolò, Leonardo Sgatti, racconta a QUInewsFirenze la crisi economica dovuta alla nuova chiusura per Covid-19



FIRENZE — Anche uno dei circoli più vecchi e caratteristici di Firenze è stato costretto a chiudere per le restrizioni dovute all'epidemia di Covid-19. Non è servito l'appello dell'Arci a bloccare il provvedimento che ha disposto un nuovo lockdown per le Case del Popolo.

Il presidente, Leonardo Sgatti, racconta a QUInewsFirenze cosa significa chiudere la porta di un Circolo nato nel 1897.

Cosa ha pensato davanti al nuovo lockdown?

"Per prima cosa ho pensato ai soci che erano già impauriti nei giorni precedenti, avevamo infatti iniziato a registrare una minore frequentazione però abbiamo dovuto adeguarci alla chiusura. Il primo lockdown ci ha colti di sorpresa ma ci siamo adeguati adottando misure come i vetri sul bancone, il bar sembrava un ufficio postale, ed abbiamo messo dispenser e distanziato i tavolini. Non ci aspettavamo adesso che chiudesse anche il bar".

Come si sostiene il Circolo?

"Le nostre attività sono caratterizzate da presentazioni di libri, dibattiti, corsi di recitazione e di ballo fino alle feste ma i proventi derivano soprattutto dalle attività culturali e dalle raccolte fondi che ricaviamo dalla frequentazione. Il fatto che sia saltato il pranzo del 25 Aprile che facciamo con Anpi per noi è stato un grave danno in termini sociali ed economici".

Non ci sono altre entrate?

"Un tempo i circoli erano legati ai partiti e questi intervenivano in caso di mancanze, ma noi siamo orgogliosamente liberi anche se apertamente schierati. Devo dire che siamo stati tra i primi a rinunciare alle slot machine che garantivano una entrata di 10mila euro all'anno, più della metà del bilancio. Abbiamo fatto una scelta etica sostenuta da tutti. Tutti ci hanno ringraziato e si sono complimentati ma nessuno è intervenuto per coprire quei 10mila euro con sconti fiscali o detassazioni".

Quali sono le spese?

"Abbiamo le spese fisse di luce, gas e acqua che tra frigoriferi e macchinette per il caffè incidono molto ma sono le condizioni minimali per offrire il servizio, Poi abbiamo una dipendente che adesso è in cassa integrazione. Teniamo presente poi che stiamo ancora pagando gli arretrati del primo lockdown".

Quanti anni ha la Casa del Popolo di San Niccolò?

"Inizialmente la sede era a Porta San Miniato agli inizi del Novecento, poi si è trasferita in via dei Renai e nel 1960 un vecchio magazzino di carbonai è diventata la sede attuale che nel 1966 è stata devastata dall'Alluvione perdendo tutto il suo archivio storico".

Chi sono oggi i frequentatori della Casa del Popolo?

"Sembra scontato ma è ancora il popolo. I nostri frequentatori sono persone soprattutto a basso reddito, cassa integrati, disoccupati, pensionati e per questo oggi viene meno una funzione sociale. Abbiamo chiesto di poter accedere a piccole somme a fondo perduto perché i poveri che noi rappresentiamo orgogliosamente sono ancora più poveri e non possono sostenerci neppure con una colletta. Si frugano le tasche già vuote".


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