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Attualità mercoledì 05 agosto 2020 ore 10:03

Pratiche edilizie infinite, architetti all'attacco

L'Ordine degli Architetti di Firenze ha sottoscritto una lettera di protesta. Palazzo Vecchio ha smentito e replicato con i dati sull'attività svolta



FIRENZE — Sono costretti ad attendere mesi, in alcuni casi anni, per sbloccare le pratiche edilizie a basso impatto e per il recupero del patrimonio esistente ed in questo momento segnato dalla pandemia non riescono ad accedere agli uffici tecnici per presentare gli atti, per questo motivo gli architetti fiorentini hanno deciso di scrivere al sindaco e lo hanno fatto a nome dell'Ordine di Firenze. "Il Comune di Firenze dovrebbe rendere più semplice del normale accedere agli uffici, presentare le pratiche, fare l'istruttoria, approvare le pratiche, far partire i lavori" è quanto sostenuto dal Consiglio dell'Ordine di Firenze. Il Comune di Firenze ha replicato "Il settore dell'edilizia, strategico per l'economia della città, non si è fermato" fornendo i numeri dell'attività svolta.

"Ormai è considerato normale attendere mesi e addirittura anni per poter realizzare attività edilizie di basso impatto architettonico o perché i funzionari e i dirigenti temono speculazioni, abusi edilizi, reati, o perché vengono fatte interpretazioni ingiustificatamente restrittive, o perché, ci viene detto, c’è poco personale disponibile" spiegano gli architetti aprendo la missiva diretta a Palazzo Vecchio.

"Questa tempistica non è normale, anzi è un forte freno allo sviluppo, all’economia, che quest’anno registrerà in Italia e in tutto il mondo una diminuzione, approssimando per difetto, del 10 per cento e un forte freno al recupero del patrimonio edilizio esistente, che nella logica dei volumi zero dovrebbe essere altresì incentivato. La semplificazione, tanto invocata da tutti, diventa un ossimoro nel momento in cui viene normata, perché è l’esatto opposto del creare una norma in più. Semplificare vuol dire facilitare, instaurare fiducia tra il pubblico e privato, vuol dire togliere. Non si può normare per semplificare, bisogna togliere.

La lettera prosegue con una domanda "Perché per autorizzare le modifiche in un appartamento dovrebbe servire più di un’ora? Tanto basterebbe per valutare, richiedere eventuali integrazioni, o archiviare e permettere l’esecuzione di lavori. Procedere speditamente non significa intaccare il valore dell’architettura, mettere a rischio alcunché. Paesi con analoghe tradizioni di valorizzazione del restauro o del paesaggio fanno in poco tempo quello che noi facciamo in troppo tempo. Il problema sta nelle norme e nelle procedure, sicuramente, ma anche nell’interpretazione spesso farraginosa". 

"Lo smart working, attualmente adottato nel nostro ambito dall’Edilizia Privata del Comune di Firenze non è giustificabile. È addirittura dannoso per chi lavora in proprio. I tempi sono ovviamente più lunghi, la tempestività necessaria a mitigare, seppure in piccola parte, gli effetti economici devastanti è un miraggio. Altri comuni con cui i professionisti operano, in questo periodo, ricevono i tecnici e i cittadini attuando procedure di sicurezza. A Firenze gli uffici sono chiusi, si può parlare per telefono su appuntamento, si possono fare dei confronti in streaming dopo mesi. Ad oggi, per il mese di agosto gli appuntamenti con i tecnici sono completi, 48 in tutto il mese, per una città che sta cercando di rialzarsi, in un mese nel quale molti saranno impossibilitati ad andare in vacanza per cui ci sarà più gente disposta a lavorare, almeno nel settore privato. Per settembre non è possibile ancora prendere appuntamenti e ci saranno 78 disponibilità in tutto il mese".

"Sembra che l'Amministrazione viva due realtà separate: in una denuncia la mancanza di entrate per la flessione del turismo, fino a minacciare di dover vendere il patrimonio pubblico, nell’altra non attiva gli uffici che potrebbero far girare l’economia dei cantieri, con l’immediato incasso degli oneri di urbanizzazione, con l’attivazione della filiera delle costruzioni, che comporta un ritorno nelle casse pubbliche in termini di tassazione generale. L’emergenza Covid va affrontata con il massimo dispiegamento di forze e di responsabilità, l’economia quest’anno sta precipitando, l’emergenza sanitaria non è assolutamente superata ed è possibile che si avvertiranno ulteriori contraccolpi negativi. Non è sufficiente tutto questo per affrontare questa situazione con uno spirito più costruttivo?" conclude il Consiglio dell'Ordine degli Architetti.

L'amministrazione fiorentina ha replicato "I numeri comunicati dall'Ordine degli Architetti non corrispondono ai numeri di atti, appuntamenti e provvedimenti elaborati dagli uffici della Direzione Urbanistica del Comune di Firenze nel periodo dell'emergenza".

Questi i numeri di Palazzo Vecchio "Le Scia vengono verificate tutte nei 30 giorni. Analizzando il periodo compreso fra febbraio 2020 e maggio 2020 (lockdown) si riporta il seguente quadro: delle 527 scia depositate, 402 sono state definite e archiviate (pari al 76% del totale); 20 sospese con provvedimento che inibisce l’attività (pari al 4%); le restanti 105 risultano ancora in attesa di regolarizzazione da parte del professionista a seguito di richiesta di integrazione da parte degli uffici (20%).
Per quanto riguarda invece lo sportello, i colloqui prenotati per il solo mese di agosto sono 192 e non 48, come sostenuto nella nota dell'Ordine degli Architetti; a settembre i colloqui disponibili sono 312 e non 78 come sostenuto dall'Ordine degli Architetti, con la sola prima settimana già tutta prenotata".

"Anche durante l'emergenza l'ufficio dell'urbanistica ha continuato ad essere operativo. Il settore dell'edilizia, strategico per l'economia della città, non si è fermato, e risponderemo alla missiva dell'Ordine non solo con i diversi numeri di questi mesi rispetto a quelli da loro diramati, ma soprattutto con la volontà di trovare un dialogo ed una collaborazione in cui questa amministrazione crede" ha spiegato l'assessore all'urbanistica. 

"Nel mese di Maggio, su richiesta e iniziativa del sindaco, tutta la Giunta comunale ha incontrato l'Ordine degli Architetti per affrontare la situazione urbanistica attuale alla luce della pandemia e quella che avremmo voluto disegnare insieme nel futuro Piano Operativo. Ci dispiace che a tale incontro, dove l'Ordine aveva proposto dei tavoli di lavoro tematici da loro promossi per affrontare nodi complessi ma stimolanti per il prossimo Piano Operativo e per una più efficiente collaborazione con gli Uffici, non sia poi seguita nessuna proposta ma sia arrivata questa nota comunicataci a mezzo stampa, contenente peraltro anche dati inesatti.
Senza dubbio, ci possono essere state delle difficoltà dovute da un lato alla eccezionale situazione di emergenza contingente alla pandemia, dall'altra a quella strutturale legata alla carenza di personale: basti pensare che negli ultimi 5 anni sono venute meno 29 persone su cui l'ufficio può contare, e la possibilità di assumere nuovo personale si è pure contratta durante l'emergenza covid per talune disposizioni governative che ne hanno limitato il numero. Questo però non vuol dire che il lavoro portato avanti dagli uffici in questi drammatici mesi non debba essere riconosciuto. Invieremo all'Ordine la relazione sul lavoro di questi mesi, che qui alleghiamo, unitamente ad una proposta di incontro" ha concluso l'assessorato all'Urbanistica.


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