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Attualità domenica 22 maggio 2016 ore 09:00

Porte aperte al Palazzo dei Pittori

Alla presenza della presidente della commissione cultura Maria Federica Giuliani riapre lo storico edificio in viale Milton



FIRENZE — La presidente inaugurerà l’evento “Accademia a Palazzo” nell’ambito della giornata nazionale organizzata da A.S.D.I. associazioni dimore storiche italiane “Cortili e giardini aperti”.

La giornata di Domenica 22 Maggio si svolgerà in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze e vedrà l’esposizione di opere di studenti meritevoli presentati dai loro docenti all’interno dei 15 studi di artisti residenti nel palazzo.

Il Palazzo dei Pittori, situato lungo il torrente Mugnone, fu costruito a fine Ottocento dal pittore inglese Lemmon con la finalità di ospitare studi per artisti. Nel corso degli anni ha visto la presenza di numerosi artisti, tra i quali il noto pittore svizzero Arnold Böcklin autore dell’Isola dei morti. Tutt’oggi ospita studi d’arte e creativi che, per il secondo anno consecutivo, aprono i loro spazi per l’evento “Studi Aperti”.

L’edificio, commissionato dal pittore inglese Lemon, residente a Firenze, fu progettato dall’architetto e ingegnere Tito Bellini ed edificato nella seconda metà dell’Ottocento per ospitare gli artisti di varie nazionalità quali inglese, tedesca, russa, svizzera ed italiana che già operavano durante Firenze capitale (1860-1865). 

Il Palazzo dei Pittori ha una struttura architettonica che risente fortemente dell’epoca in cui fu costruito: “periodo umbertino”; esso lo caratterizza per l’interpretazione degli spazi e della decorazione particolarmente austera.

Attraversando il gigantesco portone in noce, scopriamo il monumentale androne con un portale decorato a marmi antichi sovrastato da un timpano, ancora oltre si sviluppa la grande scalinata con decorazioni fortemente caratterizzate dai colori rosso pompeiano e blu notte. 

Il Palazzo dei Pittori, ha un alto valore cittadino, per il ruolo storico e culturale che ha svolto dalla sua origine a tempi recenti. 

Tra i suoi più illustri ospiti, il pittore svizzero Arnold Böklin (Basilea 1827, Fiesole 1901) ospite dell’amico e pittore russo Wladimir Swertschkoff (Lovisa, Finlandia1821, Firenze 1888), pittore di vetrate molto attivo in Finlandia, che abitava ed aveva ampi studi al piano terreno del palazzo e laboratorio per la lavorazione del vetro al piano interrato. 

In questi studi Böklin concepì la sua opera più nota “Die Toteninsel” meglio conosciuta come ‘Isola dei Morti’. 

Dalla sua costruzione ai giorni nostri, sono stati veramente tanti gli artisti noti e meno noti, che hanno abitato il palazzo, dallo scultore siciliano Domenico Trentacoste, al pittore macchiaiolo Egisto Ferroni, Giovanni e Romeo Costetti, lo scultore Giuseppe Graziosi, e nella migliore tradizione fiorentina, fu sede anche di una prestigiosa scuola di pittura, la “Scuola Fiorentina di Pittura” diretta dai professori Giuseppe Rossi ed Alberto Zardo.

Possiamo andare avanti con i pittori Gianni Vagnetti, Arrigo Dreoni e Giorgio Gentilini, fino agli anni del G.A.VI.M. acronimo di Gruppo Artisti Viale Milton, che, nato nel 1983, per arginare un tentativo speculativo conclusosi con il vincolo posto dalla Soprintendenza sull’edificio architettonico, ha organizzato eventi annuali che vedevano il palazzo aprire il suo grande portone alla città.

L’ultimo di questi nel Maggio del 1990. Facevano parte del gruppo Renato Alessandrini, Bruno Bartoccini, Gaetano Cenci, Romano Cinelli, Carlo Galleni, Giulio Diana, Luisa Floridia, Silvano Galletti, Raffaello Lopez, Piero Pierini, Anna Romano Giuseppe Salvetti, Remo Squillantini. 

Ed insieme agli artisti residenti troviamo anche i loro amici come lo scultore Donatello Gabbrielli, frequentatore come Giovanni e Guido Spadolini degli studi di Rossi e Zardo, tra gli altri anche poeti e scrittori, dei quali troviamo traccia negli scritti di Giovanni Papini, che per esempio, racconta del suo primo incontro con Gabriele D’Annunzio nello studio del Trentacoste, o di Mario Luzi in visita all’amico pittore Carlo Galleni. Ed è proprio Giovanni Spadolini che si attiva perché l’edificio possa vantare un’ulteriore peculiarità, quella di essere vincolato per la destinazione d’uso degli spazi interni, e che riconosce soltanto agli artisti il diritto di occupare quegli studi. Questo è dunque un luogo che parla a chi passa, di un passato importante ma dimenticato, vagamente misterioso che incuriosisce e desta attenzione per le sue alte finestre e il timpano prospettico.

La sera, al bruneggio la facciata ampiamente vetrata, si anima con luci che fanno da sfondo a chi lavora al suo interno, ci progetta ci dipinge e scolpisce, insomma ci vive, in un casellario di attività che suscita il desiderio di sapere di conoscere di più su chi svolge attività tanto curiose in quel bel posto; chi vi abbia la fortuna di vivere quel “Palazzo dei Pittori “ in Viale John Milton. 


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