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Cronaca giovedì 12 gennaio 2017 ore 18:03

Occupazione dei profughi, la protesta continua

Va avanti la protesta dei profughi del capannone che ha preso fuoco all'Osmannoro alla mostra di Ai Weiwei. La procura indaga per omicidio colposo



FIRENZE — E' stato aperto un ingresso secondario in palazzo Strozzi a Firenze per permettere ai visitatori di poter andare alla mostra dell'artista cinese Ai Weiwei, che era rimasta chiusa dalle 13 circa dopo l'occupazione, tuttora in corso, delle scale d'ingresso da parte di una cinquantina di manifestanti, tutti stranieri che vivevano nel capannone di Sesto Fiorentino dove la notte scorsa si è sviluppato un incendio.

La biglietteria è stata riaperta e i visitatori vengono fatti entrare da un ingresso secondario. I manifestanti restano raggruppati nelle scale d'ingresso, seduti dietro allo striscione su cui è vergata la frase ''Ali è morto per colpa dello Stato''. 

La scritta fa riferimento ad Ali Muse, il 44enne somalo, regolare in Italia, deceduto nel rogo divampato nel capannone. 

I manifestanti hanno chiesto scusa per l'occupazione improvvisata: "Ci scusiamo per il disagio che stiamo provocando, non ce l'abbiamo con voi ma con lo Stato italiano". 

I manifestanti vivevano nel capannone occupato andato in fiamme la notte scorsa. Per il rogo e la morte di Alì Muse la Procura di Firenze ha aperto un'indagine per incendio e omicidio colposo.

I manifestanti attendono che in prefettura sia presa una decisione per dare una sistemazione ai circa 80 somali che erano ospitati abusivamente nell'immobile andato a fuoco. 

Al presidio di protesta ha partecipato anche una rappresentanza del Movimento di lotta per la casa. Nel frattempo all'Osmannoro sono state installate tende provvisorie dalla protezione civile e dal Comune di Sesto Fiorentino per accogliere i somali.

Intanto il direttore della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino è intervenuto con una dichiarazione su quanto accaduto e sulla posizione della Fondazione rispetto alla protesta: "L’arte è veicolo di sensibilizzazione e confronto - ha detto Galansino - i manifestanti hanno visto nella figura dell’artista e nelle opere in mostra un grido per la loro protesta, riconoscendone il grande valore simbolico. Palazzo Strozzi conferma di essere un luogo di dialogo e accoglienza per tutti. Allo stesso tempo dobbiamo garantire l'accesso ai nostri visitatori. Abbiamo allertato le autorità competenti e auspichiamo che la situazione venga risolta nel modo migliore possibile.


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