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Attualità sabato 13 agosto 2016 ore 11:20

Liberazione, Anpi "Non ci hanno fatto parlare"

Botta e risposta tra l'Associazione Nazionale Partigiani e il Comune nel giorno della cerimonia per la liberazione di Firenze dal nazifascismo



FIRENZE — "Signor Sindaco, per la prima volta nelle ricorrenze della giornata della Liberazione di Firenze dall'occupazione tedesca, nessun rappresentante dell'Anpi, erede dei partigiani che combatterono per la cacciata dell'esercito nemico, lasciando sul terreno, secondo le cronache, 205 morti e 435 feriti, è stato invitato a prendere la parola in ricordo di quella giornata, che meritò alla città la prima medaglia d'oro della storia repubblicana da parte del capo del Governo Ferruccio Parri".

Così la segreteria Provinciale di Firenze dell'Associazione dei partigiani d'Italia, ha messo in evidenza con una lettera aperta al sindaco Dario Nardella una circostanza relativa alle celebrazioni ufficiali di Firenze per l'anniversario della Liberazione della città dall'occupazione tedesca nel 1944.

"Riteniamo incomprensibile e grave tale scelta - prosegue l'Anpi -, in primo luogo verso le partigiane ed i partigiani che hanno combattuto per la città di Firenze. Ricordiamo che, come stabilito da una recente sentenza del tribunale militare di Verona l'Anpi ''è storicamente l''erede, in forma statutariamente riconosciuta, di tutti quei gruppi e formazioni che dal 1942-'43 in avanti hanno costituito centro di riferimento collettivo di grandissima parte della popolazione italiana, che animata dal medesimo sentimento di restituire al Paese libertà e democrazia, ha agito nelle più avanzate forme, anche non necessariamente armate. Di quei gruppi e formazioni l'Associazione è l'erede spirituale, stante l'identità dei fini". "Vogliamo comunque credere che si sia trattato solo di uno sfortunato episodio - conclude l'Anpi - ed auspichiamo che i rapporti tra l'Anpi e l'amministrazione comunale possano rimanere all'interno del buon clima collaborativo su cui reciprocamente abbiamo sempre contato".

Il vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi, risponde così all'Associazione: "Nessuna dimenticanza e nessuna volontà di escludere ma come sempre e per sempre la massima stima, collaborazione e fiducia in una associazione che esprime l'essenza della nostra identità di paese libero che ripudia la guerra". L'Associazione dei partigiani si è lamentata perché per la prima volta non è stata chiamata a intervenire alle celebrazioni ufficiali sulla Liberazione di Firenze dall'occupazione tedesca. "Il Comune di Firenze è orgoglioso e fiero della propria storia antifascista e della medaglia d'oro conquistata durante la Resistenza - continua Giachi - l'amministrazione non dimentica l'imprescindibile supporto dei tanti ragazzi partigiani che hanno dato vita e anima perché la città e l'Italia tutta avessero di nuovo pace e libertà". "Quest'anno - chiarisce il vicesindaco - il clima geopolitico mondiale e i recenti accadimenti terroristici che hanno funestato il continente hanno suggerito al sindaco di affrontare questi temi, e quelli della libertà religiosa e della convivenza civile tra popoli, collegandoli alla Liberazione della città e invitando a tenere una relazione i rappresentanti delle tre religioni monoteiste".

"Inoltre - aggiunge Giachi - non per caso è stata scelta proprio la giornata dell''11 agosto per conferire alla memoria del partigiano Giorgio Pacini il Fiorino d''oro, massima onorificenza cittadina. Ci è sembrato il modo migliore per onorare un partigiano e con lui tutta la lotta partigiana di liberazione".


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