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Attualità lunedì 29 agosto 2022 ore 15:59

In memoria del commissario Giuseppe Cangiano

Scomparso a 44 anni durante una manifestazione di piazza il 29 Agosto 1920. Alla sua memoria è intitolata la Sala Riunioni della questura di Firenze



FIRENZE — La polizia ha ricordato la medaglia d’argento al valore civile Giuseppe Cangiano, Commissario in servizio al Commissariato di San Giovanni, tragicamente scomparso a soli 44 anni durante una manifestazione di piazza nel capoluogo toscano il 29 Agosto 1920, dando dimostrazione di coraggio e senso del dovere fino all’estremo sacrificio. Alla sua memoria è intitolata la Sala Riunioni della Questura di Firenze.

Il questore Maurizio Auriemma, alla presenza del Cappellano della Polizia di Stato di Firenze Monsignor Luigi Innocenti e di una rappresentanza dell’Ufficio del Personale della Questura, ha deposto un mazzo di fiori sulla tomba del Commissario al cimitero delle Porte Sante a San Miniato.

A seguire il Questore si è fermato insieme al Cappellano e al presidente dell’ANPS di Firenze Sergio Tinti per un momento di raccoglimento di fronte alla lapide commemorativa posta nell’atrio monumentale di via San Gallo dove si legge: “…raggiunto… nel nobile esercizio del dovere svolgendo missione di pace da insidia di mano assassina che troncandone la vita creava un martire…”. Nella vicina Chiesa di San Giovannino dei Cavalieri è stata infine celebrata una Santa Messa in sua memoria, officiata da monsignor Luigi Innocenti.

Durante la funzione, avvenuta anche alla presenza di alcuni familiari del Commissario Cangiano, dopo un’introduzione storica curata dal presidente dell’ANPS di Firenze, Monsignor Innocenti ha ribadito il significato della parola “martire” che appare sulla lapide della Questura di Firenze: “martire significa testimone di verità, pace e giustizia”. Cangiano è infatti ricordato come vittima del dovere per aver difeso la pace, fino al sacrificio estremo.

Il questore della provincia di Firenze Maurizio Auriemma ha sottolineando come Giuseppe Cangiano richiami l’imperativo morale del senso del dovere costituendo ancora oggi, dopo oltre 100 anni dalla sua scomparsa, un chiaro esempio di coraggio per tutte le nuove generazioni di poliziotti.


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