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Attualità lunedì 09 ottobre 2017 ore 14:56

Firenze cardioprotetta, supermercati in rete

Unicoop Firenze collabora con Palazzo Vecchio per installare una rete di defibrillatori semiautomatici su tutto il territorio comunale



FIRENZE — Unicoop Firenze e l'amministrazione comunale si sono impegnati a realizzare una rete capillare di defibrillatori semi-automatici esterni (DAE) che, in caso di arresto cardiaco, possono scongiurare la morte della persona colpita infarto, anticipando i tempi della rianimazione cardio-polmonare e della defibrillazione da parte di un’unità medica.

Firenze diventerà quindi come Seattle, la città più cardioprotetta del mondo grazie al sogno Leonad Cobb, direttore della divisione cardiologia dell’ospedale di Seattle che, nel 1970, avviò il progetto Medic 2 di addestramento di tutta la cittadinanza alla gestione dell’emergenza cardiaca. 

Punto di riferimento di tutti i sistemi di emergenza medica pre-ospedaliera, il modello di Seattle ha ispirato anche il progetto dell’amministrazione fiorentina che punta a fare della città un luogo di eccellenza per il primo intervento assistenziale nell’emergenza cardiaca in attesa che arrivino sul posto gli operatori del 118.

Unicoop Firenze contribuirà alla rete rete salvavita con i defibrillatori presenti in 11 punti vendita sul territorio comunale. Il progetto dell’amministrazione segue infatti di qualche mese la decisione di Unicoop Firenze di installare 104 defibrillatori in 93 punti vendita di Unicoop Firenze e di formare, grazie al contributo tecnico dei presidi territoriali del 118, gruppi di volontari composti dai lavoratori dei centri Coop e consiglieri delle sezioni soci Coop.

In provincia di Firenze nel 2016 il 118 è intervenuto su 1652 casi di arresto cardiaco di cui 1228 di probabile origine cardiaca. Solo il 20% dei pazienti soccorsi è giunto vivo in ospedale e mediamente il 5% è stato dimesso in buone condizioni neurologiche.

Attraverso un’adeguata dislocazione di defibrillatori in postazioni opportunamente scelte, sono state raggiunte percentuali di sopravvivenza superiori al 50 per cento e ulteriori studi clinici dimostrano che le percentuali aumentano se l’intervento sul paziente viene effettuato entro tre minuti dall'arresto cardiaco.

Cinque minuti, non uno di più, per non spezzare la “catena della sopravvivenza” e salvare una vita, un obiettivo prioritario e che diventa più raggiungibile grazie a iniziative comuni fra tutti i soggetti presenti sul territorio e al coinvolgimento di tutta la cittadinanza.


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