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Attualità martedì 04 agosto 2015 ore 14:59

Attivare la carta sanitaria? Ci pensano i detenuti

Grazie ai carcerati, in regime di semilibertà degli istituti Gozzini e Sollicciano, è aumentato il numero delle persone che usano la carta sanitaria



FIRENZE — Non è una prova. Vero. Sono loro i primi a dirlo. Ma un indizio sì: nel maggio e nel giugno di quest’anno in 11 farmacie comunali c’è stato un aumento del 68% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente di persone che hanno attivato la Carta sanitaria, per poter usufruire dei servizi telematici del sito internet della Regione e di quello della Asl 10.

Lo afferma la cooperativa sociale Ulisse che, per conto dell’Azienda sanitaria di Firenze, sta promuovendo le opportunità offerte dall’attivazione della Carta sanitaria di cui ognuno è in possesso. Promozione che avviene facendo telefonare a casa dei cittadini di Firenze 3 detenuti in regime di semilibertà negli istituti penitenziari Gozzini e Sollicciano, che usufruiscono cioè di misure alternative alla pena, seguiti costantemente da un tutor professionale della cooperativa.

Finora sono state contattate 5.823 persone delle quali 1.770 per la precisione, ha risposto alle telefonate. Quelli che si sono dichiarati interessati sono 1.694 e di questi 566 ha già attivato la Carta sanitaria.

"Non è la prova diretta dell’efficacia del servizio di promozione telefonica – dicono alla cooperativa Ulisse –, però è quantomeno un indicatore interessante in tal senso". L’aumento delle carte sanitarie attivate in definitiva è solo l’obiettivo secondario di questo progetto che si chiama Panacea, è finanziato dalla Regione Toscana, durerà un anno, con una pausa in agosto ed una a Natale, prevedendo 17-18 mila telefonate.

L’obiettivo primario è invece quello del recupero e del reinserimento lavorativo dei detenuti. La cooperativa sociale Ulisse, infatti, fra le varie sue attività dal 2000 gestisce nel carcere di Sollicciano l’officina di riparazione di biciclette “PiedeLibero”, dal 2014 un vivaio per la coltivazione di rose in collaborazione con una ditta specializzata di Pistoia e dal 2015, presso il carcere di Prato, un laboratorio di lavorazione dei libri per conto di una importante casa editrice che impiega 3 detenuti.

Ma anche l'attivazione e l’uso concreto della carta sanitaria elettronica, per tanti ancora poco conosciuto, in particolare fra i giovani è un obiettivo di rilievo.


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